ELETTRA E IL PRINCIPE AZZURRO
Prendere il padre, lasciare il padre.
“Questa volta è quello giusto”, disse tra sé Giovanna, mentre tornava a casa, sentendosi galleggiare a mezz’aria, ripensando a quegli occhi azzurrissimi, il sorriso luminoso, le sue spalle grandi.
“Io ti proteggerò”, le aveva promesso. E questo era bastato, per risvegliare le sue fantasie e per creare l’incantesimo, che chiamiamo innamoramento, ma che in realtà è uno stato di allucinazione, dovuto al rilascio di sostanze ormonali e di copioni di vita segreti.
Passato l’effetto iniziale, Giovanna si ritrova, come accade a migliaia di donne, a scoprire che non è tutto oro quello che luccica, che le parole creano aspettative se non sono seguite da azioni congruenti, e tanto più è alta l’aspettativa, tanto maggiore è la delusione.
Molte donne restano imprigionate per anni, in questi rapporti poco autentici, aspettando che il “principe azzurro” si risvegli.
Ma non ti aveva detto che ti avrebbe protetto e salvato? E com’è che ora ti ritrovi ad inseguirlo e ad elemosinare le sue attenzioni, il suo affetto, il suo amore?
“Ma lui è la mi anima gemella. Mi hanno detto che ci siamo incontrati in altre vite. Abbiamo un legame antico”. Dicono così, quando arrivano da me, per le sedute di Counseling o Costellazioni familiari.
Oppure: “Io conosco la sua anima. Sotto la maschera c’è un uomo buono. All’inizio non era così”.
L’alternativa è: “Mai fidarsi degli uomini”. “Gli uomini sono tutti uguali. Ti usano e ti gettano”. “ Etc, etc.
IL COMPLESSO DI ELETTRA
Quello che viene chiamato il COMPLESSO DI ELETTRA, nella psicanalisi, è parte del normale processo di crescita della bambina e si verifica nel periodo che va dal al 3° al 6° anno di età, quella che viene definita la fase fallica dello sviluppo.
Se non viene superata positivamente e costruttivamente questa fase, subentra quella che viene definita “fissazione”, in grado di indurre comportamenti e scelte disfunzionali nella vita adulta.
Chi ha nella propria storia familiare un padre iperprotettivo possessivo, geloso, rischia, crescendo, di cercare, nelle proprie relazioni, un riflesso del padre, il famoso “principe azzurro”. Queste storie parlano di donne che credono di avere bisogno di essere salvate e protette dall’uomo.
La bambina dunque, diventando donna, continuerà a ricercare ossessivamente ed inconsapevolmente le caratteristiche paterne nei partner che incontrerà, restando inevitabilmente insoddisfatta, poiché il confronto tra questi ultimi e l’immagine idealizzata e mitizzata della figura paterna è perdente dall’inizio.
Si tratta di donne che non riescono mai a trovare l’uomo giusto, saranno eternamente insoddisfatte e critiche nei confronti degli uomini, cercheranno in ogni partner, la mitizzata figura paterna in grado di offrire quella protezione e quella rassicurazione che esse non riescono a donare a se stesse autonomamente, come dovrebbe accadere in un sano processo di evoluzione e crescita psicologica.
Ma soprattutto non riescono a sviluppare una autonoma capacità di contenimento ed amorevolezza nei confronti di sé.
Questi incontri sono una benedizione, poiché ci “costringono” a comprendere che, a volte, non vediamo l’altro per quello che è, ma per quello che vorremmo che fosse, e a cui deleghiamo il soddisfacimento dei nostri bisogni.
Il passo ulteriore è fare un percorso di conoscenza di sé, delle proprie ombre, dei propri limiti e delle proprie risorse.
PERCHE’ NOI AMIAMO L’ALTRO NELLO STESSO MODO IN CUI AMIAMO NOI STESSE: CON TENEREZZA E ACCETTAZIONE, O CON INTRANSIGENZA E RIFIUTO.
IL MITO DI ELETTRA
Il mito racconta che Elettra era la figlia di Agamennone e Clitennestra la quale, avendo scoperto che sua madre aveva fatto uccidere suo padre per mano dell’amante Egisto, ne vendica la morte istigando il fratello Oreste ad uccidere la stessa Clitennestra.
Jung definì il “Complesso di Elettra” come la versione femminile del complesso di Edipo in cui la bambina, desiderando il possesso del padre, si mette in competizione con la madre e, opponendosi e confrontandosi con lei, pone le basi per lo sviluppo di una personalità eterosessuale.
Elettra è la giovane donna privata della fanciullezza e della condizione regale per colpa della madre, alla quale rivolge tutto il suo odio, fino alla resa dei conti finali.
Il Mito fa emergere il tema di fondo, in tutta la sua terribile, desolante verità: il sangue chiama sangue, la morte si vendica con la morte, davanti ai quali gli stessi Numi non possono che assistere impotenti.
Elettra è, insieme a Medea, Andromaca, Fedra, una delle grandi figure di donne partorite dalla penna di Euripide, che, nella loro tormentata sensibilità e nelle profonde dolorose consapevolezze, sono di una sorprendente attualità, continuando a riflettere la loro, come la nostra, immagine attraverso lo specchio.
LA COCCA DI PAPA’
nelle Costellazioni familiari
Succede, a volte, che nella fase dello sviluppo, non si riesce a lasciare il padre, perché la madre non c’è.
O perché non è più in vita, o è depressa e malata, o c’è una crisi coniugale e la bambina, prende le parti del padre, diventando così “la fidanzatina di papà”, o la cocca di papà.
Primo passo.
“QUELLO CHE C’E’ TRA VOI DUE, NON MI RIGUARDA. IO, QUI, SONO SOLO LA PICCOLA”.
Una donna che crede di essere migliore di sua madre, non rispetta gli uomini. Non li comprende e fondamentalmente non ne ha bisogno. Infatti, se pensa di essere migliore della madre, generalmente significa: sono una moglie migliore per papà. Quindi, ha già il suo uomo, idealizzato, e non c’è posto per un altro uomo. Niente mamma, niente uomo.
Il percorso di riconciliazione ( la nuova immagine, che sostituisce quella esistente) chiede che la donna si metta davanti alla madre, non alla pari o addirittura come “grande”, ma come più “piccola”. Come una bambina, come colei che chiede, che prende e che riceve, dalla madre.
Qual è la fiaba collegata a questo copione di vita? (continua)
Paola Biato