IL CONTENITORE
Metafiabe, prende il nome dal termine greco μετά che significa "con, dopo, oltre", cambiamento, trasformazione.
Igor Sibaldi ci ricorda che: “molti esperti di filosofia pensano che metafisica significhi ciò che sta più in là delle cose che si trovano in natura.
Più in là, in greco si dice “meta”, mentre le cose che si trovano in natura si dicono “fisica”. Per i filosofi, fare metafisica e’ occuparsi di qualcosa di diverso da tutto ciò che si può trovare in natura, cioè dei minerali, vegetali e animali. Ma, quello che gli uomini trovano in natura non è quello che “si può” trovare in natura. Gli animali, infatti, trovano in natura molte più cose di quelle che troviamo noi. Potrebbe essere la metafisica un modo per osservare da differenti prospettive un evento, una cosa, una persona o la natura?”
I filosofi, come Platone, Aristotele (philo-sophòs) rappresentavano già un decadimento della figura del sophòs (sapiente), che incarna uno stato di coscienza-verità (sophia) e non un insieme di metodi e di contenuti di pensiero (philo-sophia): Si pensi a Pitagora, Eraclito, Parmenide, per citare solo i maggiori e più conosciuti del nostro Occidente preplatonico, e in oriente Buddha e i grandi maestri della sapienza upanishadica, taoista, yogica, etc.
Potremmo dire che la sophia ha dimora nel Sé e la philo-sophia nell’io.
In epoca moderna il philo-sophòs, decadimento del sophòs, decade ulteriormente a intellettuale, che si è ridotto a ermeneuta del pensiero precedente o esageta del costume contemporaneo, attraverso l’esercizio di una ratio ben diversa dal lògos unificante e intuitivo eracliteo.
(Angelo Tonelli, “Attraverso oltre”)
Riprendendo le parole di Sibaldi, nel libro “Al di là del deserto”:
”Capire, afferrare, comprendere, questo è quello che noi crediamo sia l'intelligenza.
Questi tre verbi esprimono altrettanti modi di mettere guinzagli. Comprendere viene dal latino cum-prendere cioè ridurre in proprio potere: afferrare, tenere fermo con tenaglie. Capire è chiudere qualcosa da qualche parte, perché non ti infastidisca. Incasellarlo, immobilizzarlo, sottometterlo.
La metafisica è proprio il contrario del capire, dell'afferrare, del comprendere.
Metafisica è l’arte di farsi domande. “Perché una cosa è una cosa? E una persona è una persona?”
Quello che pensiamo è la nostra filosofia. Quello che si perde in ogni filosofia è la fiducia nei propri pensieri, e la fiducia che i tuoi pensieri, se non venissero limitati, possono farti scoprire cose sorprendenti, in ogni direzione, e rivelarti tanto di te.
La filosofia è quel vizio della limitazione delle domande. La sapienza può essere ritrovata ampliando le proprie domande. Dall’io al Sé.
Hai mai pensato che le domande che ti poni, quelle e non altre, creano la forma della tua filosofia personale e che questa filosofia influenza il tuo modo di vivere?
Le poche domande che ti poni, ti fanno vedere solo la parte di mondo che accetti di vedere e da questa prospettiva dipendono le tue possibilità, le tue scelte, i tuoi piaceri e le tue delusioni.
Vedere i limiti e gli errori della filosofia ti permette di andare oltre, di accelerare e superare, prima che da questa filosofia personale sbagliata, derivi una visione distorta e una vita sbagliata.
IMPARA A FARE LE DOMANDE GIUSTE: QUELLE PIU’ CORAGGIOSE E AUDACI.
Superare significa andare oltre, più in là, e voltarsi indietro a guardare, ponendosi dei dubbi, che poi, sono domande.
La parola intendere è una bella parola: vuol dire tendere verso qualcosa che non si è ancora afferrato, compreso, capito.
Nelle fiabe finché Cenerentola o Biancaneve cercano soluzioni ai loro problemi la fiaba è interessante. Quando non hanno più problemi da risolvere, cioè non hanno più domande, la fiaba finisce.
La metafisica è come una fiaba che non finisce mai. Questa sarebbe l'idea.
Se metafisica è come una fiaba che non finisce mai, METAFIABA, anch'essa è un racconto che non finisce mai, e METAMORFOSI è un cambiamento che non finisce mai.”
Le METAFIABE sono metanarrazioni che rivelano, a chi ha orecchie per intendere, occhi per vedere e un cuore per sentire, un antico sapere iniziatico, per ricordare chi siamo, svelano come attuare delle #METAMORFOSI e risvegliare il nostro meraviglioso potere di trasformazione.
Qual è il tuo desiderio? Chiede la fata. L’educazione che abbiamo ricevuto non ci ha insegnato a dialogare con le fate.
Quando, la spada che tutto taglia, non ti taglia?
Dove si trova la chiave che apre la porta del meraviglioso, della magia e dell’imprevedibile?
Come posso risvegliare risorse e talenti addormentati o sepolti?
Esistono delle domande dentro di noi, domande autentiche, che attendono la loro liberazione. Sono domande, che come la ghianda, contengono già la forma della quercia, sono come semi, o frammenti di frattali, che custodiscono una forma piena e completa da realizzare e manifestare.
Quando comprenderemo che, non è attraverso uno sforzo mentale o fisico, che l’eroe riesce a realizzare il suo obiettivo, ma ricordando la sua natura infinita e divina, ecco che nuove energie risvegliate si mettono in movimento, per attuare il cambiamento che rende la nostra vita conforme ai nostri desideri più profondi. Questo è il ritrovamento del Sacro Graal.
IL CONTENUTO
MetaFiabe: la fiaba nella fiaba, oltre la fiaba.
Nelle MetaFiabe utilizziamo fiabe già esistenti. Ma non sono fiabe qualsiasi.
Sono racconti alchemici e iniziatici, sono storie delle “origini”, quelle che custodiscono il linguaggio magico, che raccontano di trasformazioni e metamorfosi, di come sciogliere gli incantesimi, di come unire ciò che prima era separato.
Secondo una prospettiva e una visione immaginale, ispirata da Selene Calloni Williams, ci sono tre modi di raccontare una storia.
1. Dal punto di vista dell'io, della visione patricentrica, del carnefice, che è funzionale al potere.
2. Dal punto di vista della vittima, o squilibratamente matricentrica.
3. Dal punto di vista non-duale, poetico. Il pensiero poetico non crea né vittime né carnefici.
Il FACILITATORE in MetaFiabe:
è un traghettatore che invita ad andare “dentro” e “oltre”; infrange le gabbie dell’io, liberando le tue domande coraggiose e audaci, per creare metamorfosi e nuovi percorsi neuronali.
E’ un visionario, cioè vede qualcosa che i più non vedono, tende verso qualcosa che è più in là, e come un oracolo, pone domande, apparentemente insensate, analogiche, che rompono gli schemi pre-confezionati, risvegliandoci dall’incantesimo.
E’ un cantastorie che crea nuove storie, nuovi archetipi, nuove canzoni, andando oltre, oltre la visione dualistica vittima/carnefice, ampliando gli orizzonti e le prospettive, evocando forze più grandi, che tessono i fili degli incontri, delle prove e dei destini, offrendo uno sguardo d’insieme.
Le fiabe saranno la trama per viaggiare dentro e oltre le parole, per evocare immagini e immaginazioni, per meditare sulla nostra vita e sui nostri desideri.
Nelle OSSA delle fiabe, ci ritroviamo in uno spazio/tempo immaginale, liminale-tra-dentro- oltre e sotto le radici. Qui puoi incontrare la tua anima selvaggia, ma devi lasciare il tuo mondo ordinario e avventurarti nel mondo stra-ordinario.
Sei pronto/a a venire con me?