NARRARE E’ FARE ANIMA
LA PSICOLOGIA IMMAGINALE ritiene che “fare anima senza fare diagnosi” debba essere la principale occupazione della psicologia. L’idea centrale di questa disciplina è che l’anima naturale si esprime a mezzo di immagini, per cui, la conoscenza delle immagini che abitiamo è fondamentale sulla via della realizzazione di noi stessi. (J. Hillman)
Fare anima è stare dalla parte dei sogni, delle ombre, degli avi.
Fare anima è stare dalla parte del daimon, il lato invisibile delle cose.
Fare anima é stare con le immagini dell’anima, con gli eidola, gli dèi, e da lì, da quella prospettiva, guardare all’Io e ai suoi bisogni.
Fare anima è stare nel sacro, nella capacità di darsi e nel piacere.
Fare anima è un’attività creativa che ha a che fare con l’arte, soprattutto con la poesia.
Fare Anima è un’opera di poiesis (creazione di immagini con le parole) che, al pari del sogno, crea e dissolve immagini.
FIABE DI POTERE: alle radici delle storie e …oltre.
Noi siamo fiaba, racconto, mito. Questo racconto avviene per immagini, non immaginazioni. Immagini potenti che sono eco di immagini originarie o primordiali che appartengono a un tempo senza tempo. Potremmo dire che le nostre vite sono il ricordo, l’eco di quelle immagini originarie.
“Le nostre vite sono guidate da immagini sacre, sono ciò che gli antichi chiamavano gli dei e gli psicanalisti chiamano archetipi.
Gli dei, gli archetipi, sono una realtà complessa in cui il tutto è nella parte e la parte e nel tutto, l'uno e nella molteplicità e la molteplicità e nell'uno. La grande imago, l'immagine che contiene tutte le immagini e che più chiamano Dio, è l'Amore.
Le immagini hanno un grande potere: possono farti sentire amato, in armonia con la natura che è espressione del sacro, oppure possono essere un tormento e farti vivere gli eventi come tragedie di cui sei vittima impotente.
Il rapporto tra te e l'immagine dipende dal significato che tu le attribuisci..
Per il cantastorie, bardo, poeta, sciamano, i simboli non sono concetti, sono forze.
Narrando una fiaba di potere, egli passa a chi lo ascolta delle energie, che trasformano la percezione del mondo e offrono la possibilità di cambiare la propria vita. Una fiaba di potere fa sempre riferimento a un mito delle origini.
Un racconto di potere è un atto magico. Esso ha la funzione di:
- deprogrammare da automatismi profondi generati dai miti sociali e culturali, di purificare da abitudini meccaniche che costituiscono una sorta di ipnosi inconscia,
- aprire le porte a nuove possibilità di immaginazione e creazione, liberare da catene inconsce e risvegliare forze precedentemente bloccate,
- trasmettere questa possibilità cioè l'arte di operare il cambiamento attraverso un'esperienza estetica di bellezza e di piacere, non di uno sforzo cognitivo.
L'esperienza estetica è sempre un avvenimento poetico, cioè di poiesi, di libera immaginazione creativa dell'anima.
(ispirato da Selene Calloni Williams)
FIABE DI POTERE:
3 MODI DI RACCONTARE STORIE
Ci sono tre modi di raccontare una storia.
1. Dal punto di vista dell'io, della visione patricentrica, del carnefice, del maschile squilibrato, che è funzionale al potere.
2. Dal punto di vista della vittima, del femminile squilibrato.
3. Dal punto di vista non-duale, poetico.
Il pensiero poetico non crea né vittime né carnefici.
IL PAVONE E IL SERPENTE
1. Una sera al calar del sole il pavone apri gli occhi e, intuendo un movimento tra i cespugli del sottobosco, proprio li dove era più buio, si tuffo' dentro le foglie. Così il pavone afferrò la vipera nel suo becco e se la mangiò.
2. Una sera al calar del sole, una vipera stava rientrando nella sua tana tra i cespugli. Era già quasi al riparo quando il pavone lanciò il suo urlo agghiacciante. Il serpente cercò di fuggire, strisciando più veloce. Ma il cespuglio era ancora lontano. Rallento' e attese il pavone.
3. Una sera al calar del sole, la notte volle che il pavone e il serpente si incontrassero. La notte fece iniziare il buio dal cespuglio, dove si trovava la tana del serpente così che il pavone fu la prima cosa che vide quando apri i suoi occhi viola...
CAPPUCCETTO ROSSO
1. Un lupo era disteso sotto un grande pino. Improvvisamente senti odore di sangue. Istintivamente si alzò e segui il suo fiuto, che lo portò sul sentiero. Li vide una umana vestita di rosso. Era diretta nella casa nel bosco dove viveva un’altra umana, che aveva un odore più acido. E come sempre accade, da millenni, il lupo si mangiò la nonna e poi la bambina. Ma poi arrivò il cacciatore che salvò le povere donne.
2. Tutti conosciamo la storia di Cappuccetto Rosso ma nessuno conosce quella della lupa. Forse ci parlerebbe di solitudine e di
orgoglio, di lune favolose e di boschi bruciati e cancellati dagli uomini. Cappuccetto rosso camminava nel bosco bruciato, e ululava, cercando di chiamare la lupa. Quando è stata l’ultima volta
che ho corso, libera?
3. Un giorno la natura decise di far incontrare Cappuccetto rosso e il lupo, per parlare agli umani, che avevano dimenticato, della
selvatichezza, del profumo dei pini, della bellezza dei fiori, dei colori del tramonto. Così Cappuccetto rosso, tornata a casa, raccontò quello che aveva visto, nella pancia della lupa.
SHERAZADE INCONTRA BARBABLU’
Non un semplice esercizio di riscrittura
1. C’era una volta un uomo ricco e potente, che aveva tutto ma non aveva l’anima. E c’era, in questa storia, una fanciulla povera che cercava la conoscenza.
Si incontrarono. Barbablù le diede la chiave ma le disse di non aprire la porta proibita. Lei, incuriosita la aprì, e lui la punì, facendola a pezzi.
2. C’era una volta una fanciulla che amava stare nella natura, raccogliere erbe, cucinare.
Un giorno incontrò Barbablù che la sedusse promettendole qualcosa che lei non aveva: il potere. Così lei prese la chiave, guardò oltre la porta, e mise la chiave sotto la lingua.
3. Un giorno Mnemosine, la dea del ricordo, madre delle 9 muse, decise di far incontrare un uomo che amava il giorno, il potere, il rumore, gli oggetti materiali, e una donna, che amava la notte, il silenzio, l’invisibile e le fiabe. Lui gli parlò dell’ebbrezza del potere, del freddo, del sangue e della morte, e lei gli raccontò dell’erotismo, delle donne che ricordano la loro missione e che cercano non un uomo qualsiasi, ma qualcuno che le sostenga, in questa missione. Lei gli racconto del tempo del piacere, e mentre raccontava, cucinava e risvegliava tutti i 5 sensi.
Lui iniziò a svegliarsi e a ricordare.
Entrambi iniziarono a sentire una MANCANZA.
E la mancanza è una forma di desiderio dell'anima, di sogno, di innamoramento.
Ciò che è visibile, il giorno, la materia, l’Io, desidera ardentemente l'invisibilità, cioè l'anima, il buio. L’anima, il buio, l’invisibile, desidera il giorno, la luce.
Questo desiderarsi è un continuo sognarsi, cioè crearsi vicendevolmente.
Così l’uomo e la donna si innamorarono e vissero felici e contenti, INSIEME e complementari.
ESISTONO TRE MODI DI RACCONTARE LE STORIE:
1) Dal punto di vista del potere, del maschile squilibrato e disarmonico, della forza, del dio denaro, che usa parole di paura, di guerra, di malattie, di controllo, di colpa.
2) Dal punto di vista della passività, del femminile squilibrato, della vittima, della ipersensibilità, della conoscenza ma che non si fida del suo intuito e...aspetta, ha paura, si sente inferiore, dorme sotto l'influenza di un incantesimo.
3) Dal punto di vista dell'Anima, che unisce anzichè dividere.
Un giorno Madre Terra decise di far incontrare Eros e Thanatos, per vedere che cosa ne sarebbe venuto fuori di buono, dal loro incontro.
Lei decise che era arrivato il momento di vedere se gli umani erano pronti per fare il GRANDE CAMBIAMENTO.
Chiamò a sè un alleato. Non un terremoto, un'alluvione, che colpisce solo piccole zone del pianeta, ma qualcosa di infinitamente piccolo, e invisibile, che avvolge tutto e tutti.
Gli umani avevano la possibilità di scegliere: continuare ad agire come predatori e parassiti oppure vivere in armonia, bellezza, unità con tutti gli esseri senzienti.
Gli fece provare cosa significa stare chiusi in gabbia, come gli animali che mangiavano, restare senza aria, dopo che avevano bruciato e tagliato gli alberi, senza cibo, senza acqua....
Che tu possa immaginare NUOVI INIZI e nuove narrazioni che celebrano la VITA.
Paola Biato
FIABE DI POTERE: Sherazade incontra Barbablù.
Autrice: Paola Biato
Con i contributi di Antonella Aloi, Selene Calloni Williams, Arkaura Margherita Lacqua.
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