Questa storia è stata raccolta e custodita da Elena Bernabè, psicologa e responsabile del blog Eticamente, facilitatrice del metodo Psicfiaba™.
UN PAPA' RACCONTA CON PAROLE FIABESCHE LA STORIA DELLA PICCOLA GAIA, ANDATA IN CIELO DA BAMBINA.
Decidiamo di trovarci in un bar.
A parlare di lei, della sua piccola Gaia andata in cielo da bambina. Quando arrivo lui è già là. Seduto al tavolo, con lo
sguardo serio e deciso, ad aspettarmi. Sono trascorsi pochi giorni dal compleanno di Gaia e questo nostro incontro è stato un po’ come brindare alla sua
vita, è stato un modo per festeggiarla, un’occasione per innalzare lo sguardo al cielo e portarla nei nostri cuori mediante le nostre parole, i nostri pensieri e le nostre
emozioni. Pietro, il suo papà, mi fissa negli occhi e percepisco in lui la fatica di rievocare Gaia con le parole comuni. E’ come se non ci fossero le
parole giuste per far uscire un miscuglio così grande di sensazioni. Decido allora di proporgli un altro modo di raccontarla, una via diversa dal solito, più poetica, più immaginativa che ha il
potere di far emergere parole, simboli e vissuti autentici senza alcun sforzo, senza ragionamento ma solo lasciandosi guidare dall’intuito e dalla percezione.
E’ come entrare in un altro mondo e ritornare nel nostro con un gran tesoro. Decido di utilizzare le Carte Gestaltiche dei Tarocchi Fiabeschi del Metodo Psicofiaba di Paola Biato. Queste carte risvegliano l’immaginazione, spengono la razionalità e permettono di raccontarsi in modo diverso da solito. Ci si lascia ispirare dall’immagine e le nostre difese si abbassano permettendo al nostro intuito di fiorire. Emergono così simboli, intuizioni, ricordi dimenticati, immagini potenti e nuove consapevolezze.
Ecco il meraviglioso viaggio che abbiamo intrapreso insieme io e Pietro, sicuri che ad accompagnarci c’era anche la piccola Gaia.
Pietro: E’ un buco che rimane nel cuore. E’ sempre presente nella nostra famiglia. Anche gli altri miei figli… non c’è disegno della famiglia senza che ci sia anche lei. Loro contano ancora per cinque. E’ come se fosse ancora presente sempre. E anche per noi è così. Viene sempre nominata, viene sempre ricordata… Non è facile parlare di lei.
Elena: Avresti voglia di raccontare la storia di Gaia come se fosse una fiaba o comunque attraverso delle immagini? Scegli 4 carte e racconti quello che ti suscitano.
Pietro ride.
Elena: Proviamo?
Pietro: Proviamo.
Elena: Bene. Focalizzati su Gaia e quando sei pronto scegli 4 carte. Poi gira la prima carta e racconta di Gaia come se fosse una fiaba. Fatti guidare da ciò che vedi e senti nella carta. Inizia pure con “C’era una volta…"
Pietro: C’era una volta un folletto musicista. Gli piaceva suonare il flauto di bambù… Ma sai cosa mi ricorda questa fiaba? Io ho la passione di raccogliere i funghi in montagna. I funghi sono un po’ una scusa per passeggiare nel bosco, per sentire un po’ il silenzio del bosco. E mi ricordo proprio di Gaia che abbiamo fatto una passeggiata… poco prima che se ne andasse… e piaceva tanto anche a lei riuscire a trovare questa pace nel bosco. Aveva trovato un fungo bellissimo e ho questa foto con lei con questo fungo in mano. Era la bambina più felice del mondo. Aveva una dolcezza nel cuore… che noi adulti poi la perdiamo. Sembra quasi che arrivino i figli per donartela…
Elena: Cosa fa questo folletto?
Pietro: Suona il flauto e balla.
Elena: E’ felice?
Pietro: Sembra di si. Sarei curioso di vedere tutt’intorno a lui cosa succede… Chi lo sta ascoltando.
Elena: Cosa potrebbe succedere intorno a lui? Chi lo sta ascoltando?
Pietro: Gli spiriti del bosco… Non so perché ma mi viene in mente una particolarità di Gaia. Appena è nata sono stato il primo a prenderla in braccio e ho visto che ha spalancato gli occhi come se fosse venuta da un lungo viaggio e stava cercando qualcuno. Ha proprio spalancato gli occhi, ha incrociato i miei e non si è più staccata. Una cosa che mi ha lasciato senza fiato. La vedevi quasi impaurita e appena ha trovato i miei occhi si è calmata, si è messa tranquilla e ha detto “adesso sono arrivata”. E’ stata una cosa incredibile! Dicono che sono loro a sceglierci e a cercarci… chissà se è vero. E poi ti chiedi che messaggio sono venuti a portarti, perché hanno un messaggio per noi… se li sappiamo ascoltare.
Elena: Forse attraverso il flauto questo folletto vuole dire qualcosa.
Pietro: Forse vuole dire di portare armonia. Con la sua musica.
Elena: E chi lo ascolta che emozioni prova?
Pietro: Gli arriverà il messaggio di essere più lieto nella vita.
Elena: Proviamo a girare anche la seconda carta?
Pietro: Qui siamo in montagna. Chissà se il lupo sente la musica del folletto. Di sicuro anche lui sta chiamando qualcuno. Vedo questa luna…
Elena: Chi sta chiamando il lupo?
Pietro: Sembra quasi che stia parlando con la luna.
Elena: Ah… e cosa le dice?
Pietro: A volte guardare il cielo e vedere una stella o la luna ti dà speranza. Ti rendi conto che c’è qualcosa che è più grande di noi, c’è un disegno.
Elena: C’è un disegno… e il lupo lo sa.
Pietro: Assolutamente. Siamo noi che lo dimentichiamo.
Elena: Quindi bisogna fidarsi del lupo.
Pietro: Si… E la neve intorno che copre tutto serve per addormentare i sensi, per ovattare un po’ tutto. E poi arriva la primavera e rispunta tutto, rinasce nuova vita. E anche Gaia… ci viene da festeggiare il giorno che è morta come il primo giorno della sua nuova vita.
Elena: Come una primavera quindi.
Pietro: Si. E probabilmente aveva già finito quello che doveva fare qui. Egoisticamente avrei voluto tenerla ancora… Impari che non c’è solo il corpo.
Elena: Non c’è solo il corpo. E il lupo lo sa. Dobbiamo imparare un po’ dal lupo questa cosa. Lui riesce a parlare con la luna.
Pietro: Eh si…
Elena: Proviamo andare avanti con la terza carta?
Pietro: Qui c’è un guerriero. Questa mi sembra la lotta che abbiamo passato quando abbiamo saputo della malattia di Gaia. E’ incredibile come una bambina abbia saputo trovare dentro di sé delle forze incredibili per passare cose che avrebbero spaventato un adulto. Senza mai lamentarsi. Sono cose che ti fanno trovare il coraggio per andare avanti e per essere più forte come genitore. Chissà quante battaglie ci aspettano… Nella vita il dolore è una delle cose che ti fa fare degli scatti di crescita, che ti fa cambiare, ti fa fare delle cose che tu non riesci a sostenere con la tua volontà, con la tua coscienza.
Elena: In questa carta quindi cosa succede? Prova a descriverla.
Pietro: Sembra una battaglia… da una parte il fuoco, dall’altra l’acqua. E questo guerriero che si trova in mezzo, deve schivare le frecce. Sembra quasi perduto però deve trovare le forze per andare avanti.
Elena: E dove le trova questo guerriero queste forze?
Pietro: Le puoi trovare dentro di te, in fondo al cuore. E comunque la vita è qualcosa di più grande di quello che possiamo immaginare. Chissà quante forze abbiamo dentro di noi che dobbiamo ancora scoprire.
Elena: Senti ma se questa figura potesse parlarti cosa ti direbbe?
Pietro: Di avere coraggio.
Elena: E a cosa serve il coraggio?
Pietro: Serve per cambiare le cose che non senti più tue nella vita. Per superare delle prove che non pensi di poter affrontare.
Elena: Giriamo l’ultima?
Pietro: E’ bellissima questa! C’è un mondo qui… Sembra l’albero della vita e vedo delle porte che portano a un aldilà. Chissà cosa c’è oltre quella porta… Il sole e la luna assieme! Ci vogliono gli occhi per riuscire a vedere cosa c’è dentro.
Elena: Gli occhi e forse anche il coraggio?
Pietro: Si il coraggio. Capire che c’è come un disegno che ci aspetta. E ognuno deve affrontare il suo. Oltre questa porta c’è sempre la speranza di ritrovare tutti i tuoi cari e di riabbracciarli.
Elena: Cosa potrebbe esserci dietro ad una di queste porte?
Pietro: Qualsiasi cosa trovi è meraviglioso perché solo avere il coraggio di aprire una porta ti conduce già in un’altra dimensione. Ci saranno altre sfide forse, magari su piani diversi rispetto a quelle che concepiamo noi però… la speranza è che si arrivi ad avere sempre più serenità.
Elena: E riuscire a vedere insieme sia la luna che il sole? Dici che è una cosa che ti piacerebbe?
Pietro: Oh si tantissimo. Dev’essere una cosa bellissima. Uno dei regali che abbiamo è che ogni giorno abbiamo un’alba e un tramonto che non sono mai uguali e… Ecco una cosa che facevo sempre con Gaia: a casa nostra abbiamo un muretto e mi piaceva quando era l’ora del tramonto portarli sopra a questo poggiolo, sedersi sopra il muretto e guardare il tramonto. Era diventato come un rito. Io tornavo a casa dal lavoro più o meno all’ora del tramonto. Trasmettere ai propri figli la capacità di emozionarsi per un tramonto è un’esperienza bellissima.
Elena: E quest’albero della vita ha qualche messaggio per te?
Pietro: Guarda: ha anche i boccioli! Che la vita va avanti… L’importante è continuare ad emozionarti ogni momento della tua vita.
Elena: Grazie per questo bellissimo viaggio fatto insieme!
Pietro: Grazie a te!
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Pietro, per la scuola che frequentano i suoi figli, sta lavorando con grande dedizione e partecipazione alla creazione di bellissimi flauti in bambù. Sono certa che il folletto del bosco, la sua Gaia, lo abbia portato a fare questo per potergli far sentire il suo messaggio di gioia, per aiutarlo a sintonizzarsi con il lupo che riesce a parlare con gli abitanti del cielo, la luna e le stelle. E grazie all’insegnamento che Gaia ha potuto dare ai suoi genitori passando attraverso al tremendo dolore della battaglia loro riescano, più di altri, a percepire l’incredibile spettacolo del mondo aldilà, l’unica realtà dove il sole e la luna convivono insieme, dove gli opposti finalmente si possono incontrare in modo pacifico e costruttivo.
Grazie Pietro, d’ora in poi ogni tramonto che ammirerò avrà un valore completamente diverso: mi parlerà di te, di Gaia e del mistero della vita. M’inchinerò a questa fine che sarà diversa ogni giorno e mi gusterò i colori mozzafiato che solo un momento così sacro può donare.
Perché la fine è sempre l’inizio di qualcos’altro.