Sfurtuna è una bellissima fiaba raccolta da Giuseppe Pitrè, che ispira immagini e suggestioni di antichi echi mitologici.
Fortuna deriva dal latino fors, “caso”, di incerta etimologia e dal significato neutro: il caso allude a una possibilità che, nel tempo, può rivelarsi propizia o sciagurata.
Nella lingua italiana corrisponde alla buona sorte, nell’antichità era una parola ancipite, adatta a indicare un destino sia fausto sia infausto.
Alla Fortuna gli antichi dedicavano statue e santuari, come il complesso monumentale per la Fortuna Primigenia a Palestrina.
La Dea fortuna aveva molti nomi e titoli a Roma:
- Fortuna Annonaria, la fortuna del raccolto abbondante
- Fortuna Belli, la fortuna in guerra
- Fortuna Primigenia, tradotto erroneamente come protettrice delle nascite, in realtà la primigenia era lei, la prima nata tra gli Dei, in quanto un tempo Grande Madre, un po' come Eros nel Convivio.
- Fortuna Virilis, la fortuna maschile, cioè degli uomini
- Fortuna Redux, la fortuna che fa tornare salvi dai viaggi e dalla guerra.
- Fortuna Respiciens, pur essendo romana, era conosciuta anche in greco: Epistrephomenê, come "Colei che si gira", probabilmente riferendosi alla sua capacità di cambiare la sfortuna in fortuna. Quindi la fortuna che guarda dietro, al passato, che rimedia ai guai avvenuti in passato, erroneamente interpretata come fortuna familiare, o generosa o provvida.
- Fortuna Muliebris, la fortuna femminile, cioè delle donne.
- Fortuna Victrix, la fortuna vincitrice, che procura la vittoria
- Fortuna Balnearis, la fortuna che assicura la buona salute nei bagni
- Fortuna Equestris, la fortuna che protegge i cavalieri
- Fortuna Huiusque, la fortuna del giorno presente
- Fortuna Obsequens, letteralmente la fortuna ossequiente, quindi indulgente e provvida.
- Fortuna Privata, la fortuna personale.
- Fortuna Romana, la fortuna di Roma
- Fortuna Virgo, la fortuna vergine, come tutte le Grandi Madri, e non la fortuna delle vergini, come taluni interpretano, perchè sarebbe alloa Fortuna Virginorum.
- Fortuna Conservatrix, la fortuna che preserva
- Fortuna Augusta, che si trasmette tramite il buon governo di Augusto.
- Fortuna Dubia, quando si hanno dubbi sull'esito di un fatto, per assicurarsene il buon esito.
- Fortuna Brevis, la fortuna per eventi a breve termine.
- Fortuna Mala, la cattiva fortuna, evidentemente da scongiurare.
- Fortuna Publica Populi Romani Quiritium Primigenia, la fortuna primigenia del popolo romano.
In questa fiaba c'è un re, all'inizio, che poi scompare dal racconto, che viene fatto prigioniero e perde il regno e il castello. La regina e le sette figlie vanno in rovina.
La madre non si oppone alla partenza della figlia.
La settima figlia porta un nome, che è un compito, un incarico, un destino, e dorme con le mani incrociate sul petto, posizione che ricorda i morti.
"La sfortuna e la morte coincidono. Nella Teogonia esiodea in effetti tutte le disgrazie erano figlie della Notte, come i fratelli Sonno e Morte, e come le Parche, le Fate Nere. Si veda la fiaba di Basile “A Sciorta”, dove un uomo, dopo non essere riuscito a porre riparo alle sue sfortune, si mette in cammino in cerca della sua Sorte. Finalmente giunge sul fiume dove si trovano le Sorti, e riconosce nella più brutta, sporca e isolata la sua. Allora con pazienza la avvicina piano piano, se ne prende cura pazientemente finché non riesce a ripulirla, pettinarla e vestirla a nuovo. Poi se ne torna a casa sua, e da allora la sfortuna non lo perseguita più.
Avere un brutto destino è essere travagliati da un personaggio brutto e repellente. Sembra un’eco immaginifica della frase latina “Unusquisque faber fortunae suae” , ognuno è artefice della propria sorte: purché si decida a cercarla, prenderla fra le mani, e migliorarla."
(Adalinda Gasparini)
La storia prosegue con una serie di incontri con figure femminili:
1) la vecchia che rivela alla regina la causa della sua mala sorte.
2) le tessitrici, che evocano il mito delle Moire, le tessitrici della vita, del destino, della sorte e, infine, della morte.
3) la Gna Francisca, la lavandaia, che sa lavare e preparare il pane. E' il personaggio che soccorre e aiuta Sfortuna e la "inizia" a una serie di riti: lavare e purificare, diventare fluida, affidarsi, abbandonarsi, preparare il pane con sesamo e anice, da offrire alla sua sorte- altra figura femminile- e a cui chiedere e ricevere informazioni su dove si trova la sorte della fanciulla. La Gna Francisca agisce come una sacerdotessa di una divinità femminile, che conosce e usa gli elementi e sa come trasformare il destino avverso.
4) La sorticella di Sfortuna, che abita vicino a un forno, si presenterà brutta, sporca di cenere, spettinata. La fanciulla le offre da mangiare, la lava, la pettina, la profuma, anche se lei cerca di fuggire. Ma quando alla fine la sua sorte si guarda, la ringrazia e le offre l'oggetto che trasformerà la sua cattiva sorte, che le consente di incontrare finalmente il Riuzzu e sposarlo.
Il femminile, ancora ingenuo e acerbo, compie il suo viaggio, lasciando il suo mondo conosciuto, si inoltra nell'ignoto, attraversa varie prove, incontra antagonisti ed aiutanti, riceve le istruzioni per trovare il tesoro ed infine incontra il suo "maschile", il principe.
Le nozze celebrano la regalità raggiunta e maturata.
Paola Biato
Una delle versioni della fiaba di Sfortuna.
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